lunedì 29 agosto 2011

CORRADO ALVARO - Memoria e vita


Corrado Alvaro
Memoria e vita

Mio padre voleva che il suo primo figlio fosse un poeta. Ora, nel primo anno della sua morte, il primo della sua eternita, ricordo qui il suo sogno e il mio come una promessa che non so adempiere. Pensavo che egli sarebbe vissuto abbastanza da permettermi di offrire un omaggio all’amore che egli ebbe in gioventù per tutto ciò che è disinteressato nell’uomo. Ma so pure che negli ultimi anni della sua vita, quando egli ebbe finita la sua lotta e si sentiva meno grande di fronte alla sorte, egli temeva che un giorno avrei scritto di lui al modo dei moderni, e ciò gli spiaceva. Non riusciva a convincersi che uno scrittore trovi nei suoi vicini i suoi modelli, che i borghesi abbiano salito il piedistallo dove un tempo si collocavano gli eroi, i cavalieri, i santi. Questi erano per lui i soggetti degni di canto, come è ancora pel popolo. Egli era nato nel popolo. Aveva, a dodici anni, valicato l’Aspromonte a piedi per andare all’altro versante, sul mare, dove un suo prozio teneva una scoletta, per imparare a leggere e a scrivere. Un adagio meridionale, forse borbonico, dice che «penna e calamaro furo la rovina dell’uomo». Al nostro paese non c’era scuola; un vecchio abate impartiva un po’ d’istruzione ai ragazzi privilegiati.

sabato 27 agosto 2011

GINO SCALISE - Non conosco altra festa


Di Gino Scalise Premio Leonia  2011

NON CONOSCO ALTRA FESTA

Non conosco altra festa
che non sia... tripudio mattutino d'uccelli,
volo di rondinelle
nel rifiorire della primavera!
Che non sia fuggevole, placido gioco d'onda
ch'estatico rimiro dalla deserta sponda.
Che non sia aroma di rosa
sveller di ciclamino
dalla scarpata odorosa,
o che non sia
il debole innocente sorriso d'un bambino,
il cuore e l'occhio, puri,
del caro adolescente !
Non conosco altra festa
se non l'amor che dona,
ch'assiste chi soffre,
aiuta il povero
senz'ombra di rimprovero;
ch'attende anzi perdono
per l'aiuto da niente !
Non conosco altra festa
che 'l canto dell'anima, la sera,
quando rivive la sua primavera.
Il resto, diciamolo, (suvvia !), è vuoto chiasso,
annuncio di tempesta,
d'insopportabile monotonia.

lunedì 22 agosto 2011

Reading Carmine Abate e Cataldo Perri

25 AGOSTO ore 21.30 Museo dell'arte contadina  CRUCOLI
 
CARMINE ABATE & CATALDO PERRI , “VIVERE PER ADDIZIONE nelle TERRE DI ANDATA”: READING-CONCERTO TRATTO DAI RACCONTI (Mondadori) e POESIE (Il Maestrale) di Carmine Abate e dal nuovo disco di CATALDO PERRI “Guellaré”

La nostra associazione ha organizzato la presenza di un gruppo di soci che parteciperà all'evento.
Per chi è interessato al reading e volesse unirsi al gruppo contatti il numero 347 4099211.

domenica 21 agosto 2011

Roberto Ciotti a Pallagorio


 Pallagorio: Piazza Dante, sabato 20  ore 22,00.

Si entra nel paese increduli che qualche evento sia in fase di realizzazione: atmosfera rilassatissima, permeata dal consueto, e comune a tutti i paesini calabresi durante l’estate, passeggiare della gente del posto lungo il corso principale. Siamo sicuri di aver preso una cantonata e tra di noi si fa a gara nel ricercare il colpevole di quella bufala.
Ci incamminiamo e, aiutati dai cartelli indicanti le diverse vie curiosamente prima in italiano e poi in Arbëreshë, arriviamo in piazza Dante, dove una discreta folla armonicamente chiacchiera  e con  riguardosa civiltà partecipa alla sagra del covatello.
Increduli ci guardiamo: di solito la visione che accompagna tali eventi è quella di una folla spingente e alquanto rumorosa e di gruppetti di persone, sparse qua e là, imbarazzate che, non riconoscendosi doti intraprendenti nell’ambito della prevaricazione, rinunciano all’impresa dell’assaggio.
Con altrettanta tranquillità vediamo salire sul palco allestito il grande Roberto Ciotti con altri due musicisti della sua band.
Per due ore veniamo immersi in una musica che passando dal blues al jazz, dai vecchi ai nuovi brani dell’artista ( tratti dall’album  “ Troubles & dreams”) ci conduce fuori dallo spazio fisico ed entro le atmosfere proprie della magica New Orleans.
Si evince chiaramente che molta della gente presente non conosce Roberto né la sua musica; magari una notevole parte di quegli anziani,  seduti in religioso silenzio sui muretti antistanti il palco, avrebbe preferito altro, ma nessuno osa proferire parola, né allontanarsi dalla piazza; ci si abbandona docilmente a quelle note e ci si lascia cullare.
Poi il pensiero si sposta sull’artista e l’arte in genere: egli non è preoccupato che non vi sia una folla maestosa ad ascoltarlo, così come sappiamo avviene di solito in altri luoghi durante i suoi concerti, né si dimostra avaro  durante la sua performance, né di tempo, tanto meno di maestria ; è carico della sua musica e felice di regalarcela.
Ma chi poteva immaginarselo? Roberto Ciotti in un piccolo paese della Calabria che neanche noi del territorio avevamo mai visitato? E lì ci si accorge di quanto sia importante l’ispirazione del singolo nei nostri paesi e di quanto ripaga l’azzardare; i piccoli semi che si spargono mentre in un angolo si sta a guardare, senza arroganza, ciò che succede: qualcosa nasce sempre.

per saperne di più vai sul sito qui sotto
http://www.robertociotti.com/
per ascoltare alcuni pezzi clicca qui sotto

sabato 20 agosto 2011

BARBERIO GIUSEPPE - Poeta -

Continuano a riscuotere successo ed autorevoli
apprezzamenti le poesie di Giuseppe Barberio.Barberio è nato a Crucoli (Kr) il 29.03.1954; in questo stesso comune è residente. E' Dirigente scolastico, Laureato in Pedagogia ed abilitato all'insegnamento in Materie Letterarie. Nella presentazione del suo ultimo libro "Richiami di luce " fatta da Salvatore Bugliaro , viene riconosciuto a Giuseppe Barberio il giusto merito di essere  considerato  prosecutore  del poeta Crucolese per eccellenza  Emanuele Di Bartolo  grazie alla capacità espressiva  della sua poesia e all'utilizzo del dialetto popolare .
Ha pubblicato le seguenti opere: 
-Dolci profumi -1996-Senza tempo -1997- 'A Sardeddra 'e Crucuddru -1974- Sorrisi d'Amore -1998-'A ruga -1999- Preziosi Tesori -1999- Crucuddru beddru pajisu noshtru - 2000- Le parabole in versi - 2000- 'A Simenta - 2003- Brindisi faccio a.......salute - 2003 - Un regalo per natale   - 2004- Maria SS. di Manipuglia, Volgi lo Sguardo a Crucoli - 2005- Mondo Felice - 2006- Crucoli : Paese amico - 2007- Sapore di Cielo - 2008- Ancora - 2011- Richiami di luce - 2011    

MEGGHJIU

Megghjiu
a ru sonnari
ssù munnu
luntanu
ch'a tu trovari
'ndi mani
fatt'a pezzi

megghjiu
a ru spijiari
ssu' celu
ch'a tu sintiri
nimicu
'nda faccia

megghjiu
sentiri
luntani
richjiami
ch'a  restari
storduti
'ndu fragasciu.

da Richiami di luce - 2011

giovedì 18 agosto 2011

CATALDO PERRI - Guellare'

Si intitola Guellarè il nuovo cd del musicista – medico - ricercatore Cataldo Perri, definito il “Cantautore del Mediterraneo”. Un titolo, Guellarè, che significa bambino in Arabo, una delle tante parole rimaste impigliate nel dialetto calabrese a testimonianza delle molteplici contaminazioni fra i popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La Calabria di Guellaré è crocevia di saperi, culture, drammi, speranze, sapori e suoni, ed il “Suono”, per Cataldo Perri, è il più forte richiamo della memoria. Nel lavoro di Perri ci sono le voci dei mercanti, il rumore della risacca del mare, le storie piccole e grandi e le tante suggestioni che rimandano all’antica matrice del “Mare Nostrum”.

CARMINE ABATE & CATALDO PERRI , “VIVERE PER ADDIZIONE nelle TERRE DI ANDATA”: READING-CONCERTO TRATTO DAI RACCONTI (Mondadori) e POESIE (IL MAESTRALE) DI Carmine Abate e dal nuovo disco di CATALDO PERRI “Guellaré”
25 AGOSTO ore 21.30 Museo dell'arte contadina  CRUCOLI


Da " Vivere per addizione e altri viaggi " :

Ma ora non posso e non voglio più tornare indietro. Voglio vivere per addizione, miei cari, senza dover scegliere per forza tra Nord e Sud, tra lingua del cuore e lingua del pane, tra me e me. Sono stufo delle risposte di campanile o di opportunità, risposte ipocrite, bugiarde, come quando da bambino ti chiedevano:
" A chi vuoi più bene, piccolo, a mamma o a papa' ? " , e tu stavi imbambolato, non capivi la domanda, e gli adulti idioti insistevano : "A chi vuoi più bene, parla, gioia mia". A tutt'e due, pensavi tu, ma stavi muto per paura di sbagliare. E pure a mia sorella e ai nonni, agli zii e ai miei amici. A tutti. Al momento vivo a Besenello: a metà strada fra Rovereto e Trento, a metà strada fra Germania del Nord e Calabria, un piccolo centro come il mio paese di origine, e con in più castello a me caro. Spesso, nei miei viaggi di notte verso il Sud, avevo notato quel castello illuminato, sospeso fra la terra e il cielo, come un enorme disco volante in procinto di partire. Chissà, forse per via di quella sospensione che mi sembrava un'azzeccata metafora della mia vita, quel castello me lo sentivo familiare, sebbene non ne conoscessi ancora il nome. Da quando abito sotto le mura, la familiarità si è naturalmente accresciuta. Ogni tanto, di notte, dal mio balcone controllo se il disco volante è ancora lì. Rimarrei molto male se sparisse alla mia vista. Il suo sguardo sospeso, mentre incontra il mio sguardo sospeso, attutisce il dolore dei morsi della Fremde, fantasma traditore che ti assale quando meno te lo aspetti. E mi fa nascere un dubbio: che siano i luoghi a cercare le persone e non viceversa ?
Carmine Abate

mercoledì 17 agosto 2011

EMANUELE DI BARTOLO POETA

 

Come ... inizia ... la carriera del Poeta

EMANUELE DI BARTOLO 

Dalla premessa del primo libro "Filàti sciusi" (1956)
Un bel giorno, l'Autore cominciò ad inviare presso una farmacia crotonese le sue poesie dialettali, con le quali si divertiva a prendere in giro, con garbo e con tatto, personaggi e avvenimenti del luogo.
Dalla farmacia i messaggi avevano diffusione tra il pubblico di cui incontravano la simpatia. Essendo le poesie anonime, nessuno riusciva ad identificarne la fonte ; e poiché l'Autore è immigrato, nessuno gli conosceva o gli sospettava doti poetiche... Da questa circostanza è nata la poesia "Chini sugnu", con la quale l'Autore gioca a rimpiattino con i frequentatori della farmacia.
Alla fine il gioco fu scoperto e l'Autore fu gentilmente sollecitato a raccogliere le poesie in volume.

di Emanuele di Bartolo
dal libro "Annunnu ... vidennu ..." (1962)

SARDI

Nt'a limma china 'e acqua, 'a gná Gatuzza
'i sardi (unicu pisciu d'i pezzenti)
va piannu e, ccu sverti movimenti,
stritti ntì jiti, 'i sventra e 'ri scapuzza;
e, subb'u chjanu 'e nu lippusu scannu,
a cuntrapilu, 'i gratta ccu 'ra lama
e nu curteddru, ppe cacciari 'a squama,
e nt'u vacilu, nfina, 'i va jettannu.
Fora 'a porta, lagnusa, è misa 'n fila,
'e gatti allupatizzi è na vrancata,
ccu 'ra cuda deritta, sunnazata
e ferma, comu fussa na cannila.
Ncuna, cchjù ardita, cerca d'allongari
subb'u scalunu 'a granca, 'mmenz'a carta
ddruvu Gatuzza 'i capi à misu 'e parta,
ppe 'ri potiri a l'urtimu jettari.
"Gattiddrà! "fa 'ra vecchia e, ccu 'ra mana
tutta mbrascata 'e rilucenti scardi,
recuperati tutti quanti i sardi,
'i va sciacqua, ccu cura, a 'ra funtana.
L'ogghju già fuma e vuddra nt'a fressura
chi Catarina, 'a figghja, ha preparatu
e d'u profumu 'e pisciu arriganatu 'u viculu, 'e nu capu a l'atru, ordura.
'A propositu 'e sardi, unn'á mai ntisu
diri d'a sarda vecchia o sia salata ?...
Bè! Certamente 'a megghia nnuminata
l'à chira fatta a l'usu cruculisu !
Misa, a solari, nta nu terzaluru,
ccu salu, pipu iuschentu macinatu,
ccu 'ra pracchja (ch'è pipu già nfurnatu
spaccatu a dui) e finocchju ppe 'd orduru ...
'a tèninu a suppressa, ccu nu pisu
(na petra tunna subb'a 'ru timpagnu
chi trasa ppe cuvèrchju nta l'argagnu)
e 'a fanu maturari ncunu misu.
Megghju ca nta nu piattu, 'a pó gustari
misa ccu 'd ogghju - a l'usu d'u vualanu -
nt'a coppareddra fatta a menzu panu...
Dicinu ca 'i malati fa sanari !
E 'd è daveru! Nfatti m'arricordu
ch'era malatu 'e tifu e s'era fattu,
ccu 'ra freva a dui misi e sulu lattu,
nu schelitru 'a bonanima 'e Libbordu!
E cchi ti fa ? Na vota si va leva,
quannu dòrminu tutti, 'e sira tardi ...
duna de mana e nu piattu 'e sardi ...
e 'u jurnu appressu l'è passata 'a freva !

Opere di Emanuele Di Bartolo

'U gruvigghju (Il groviglio) 1978
Filu spinatu (Filo spinato) 1974
Simita nt'u carròlu 1973
 Picàti 1971
'A petra (La pietra) 1969
'U jusciarulu 1967
 Raccioppi (Tralci di vite) 1965
 Annannu ... vidennu ... (Andando ... vedendo ...) 1962
Accunti musci 1960
Finocchj e' timpa (Finocchi di roccia) 1958
Filàti sciusi 1956

venerdì 12 agosto 2011

Il Volo di Wim Wenders

Il Film di Wim Wenders dedicato alla Calabria.

colonna sonora dei JureDuRè

Clicca QUI per guardare il film.


Il cielo sopra Riace, ma anche il mare, la terra, le case e la gente. Una Calabria inedita, in 3d, con lo sguardo di Wim Wenders.
"IL VOLO", lavoro del grande regista, è un cortometraggio girato tra Riace, Badolato, Scilla, Caulonia, Stignano, luoghi che hanno fatto dell’accoglienza agli immigrati un laboratorio.

Una storia che nasce dalla cronaca, dal naufragio , 10 anni fa, del barcone Ararat con 900 curdi che furono accolti a Badolato. Esperienza in seguito approdata a Riace. Da un soggetto di Eugenio Melloni il lavoro costato oltre 300mila euro, coprodotto dalle regione Calabria. Un’ avventura che ha affascinato Wenders tanto che dal progetto iniziale di un corto di 8 minuti è venuto fuori un documentario di 30 minuti.  Gli incassi saranno utilizzati anche per finanziare progetti di accoglienza, per dimostrare che in un’Italia dove si attuano i respingimenti un altro approcio è concretamente possibile. Racconto in 3d, tecnica che anche è uscita dalla fase sperimentale. Le riprese sono avvenute con la collaborazione del nome più importante della stereografia italiana, Gianpiero Piazza.

Juredurè

Il Nuovo cd del gruppo JureDuRè

 "RITORNO"

 Per ascoltare alcuni pezzi clicca qui sotto

             Brani

sabato 6 agosto 2011

Dario Coriale

Il Nuovo CD di Dario Coriale.

Per ascoltare alcuni pezzi clicca qui sotto.

                    Brani 

giovedì 4 agosto 2011

Fernando Pessoa

Il violinista pazzo

Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.
Egli apparve all' improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all' improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.
In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
alla ricerca dimenticata.
La sposa felice capì
d' essere malmaritata,
L' appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d' aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.
In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell' anima gemella,
quella parte che ci completa,
l' ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.
Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.
Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.
Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell' ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda -
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.
Fernando Pessoa