sabato 27 dicembre 2014

Pink Floyd - Louder than words -





Una sorta di omaggio in musica, questo si con tanto di parole, al genio ed al talento del compianto Richard Wright, il tastierista dei Pink Floyd scomparso nel 2008 dopo una breve battaglia contro il cancro, questo è “Louder Than Words“, l’unico brano accompagnato dalle parole che compare nella tracklist dell’ultimo disco della band inglese, “The Endless River“.


Louder than words 
(Piu' forte delle parole)


Ci lamentiamo e litighiamo 
Ci insultiamo non appena ci vediamo
Ma queste cose che facciamo...
Queste occasioni assieme
Con la pioggia il sole o la tempesta
Queste cose che facciamo...
Con l'eleganza di chi é stanco del mondo
Ci siamo presi i nostri posti
Possiamo maledirli o prendercene cura e darle un nome.
Oppure rimanere a casa accanto al fuoco
Abbattuti dal desiderio, attizzando la fiamma.
Ma siamo qui per la corsa.

È piú forte delle parole
Questa cosa che facciamo
Piú forte delle parole
Il modo in cui si spiega.
È piú forte delle parole
La somma delle nostre parti
Il battito dei nostri cuori
È piú forte delle parole.
Piú forte delle parole.

Le corde si piegano e scivolano
Mentre le ore scorrono via
un vecchio paio di scarpe
Il tuo blues preferito
Batte il ritmo.
Seguiamo la corrente
Ovunque essa vada.
Siamo piú che vivi.

È piú forte delle parole
Questa cosa che facciamo
Piú forte delle parole
Il modo in cui si spiega.
È piú forte delle parole
La somma delle nostre parti
Il battito dei nostri cuori
È piú forte delle parole.
Piú forte delle parole.

Piú forte delle parole
Questa cosa che chiamano anima
È lí che palpita
Piú forte delle parole.
Piú forte delle parole.


lunedì 22 dicembre 2014

Ciao Joe!

E' morto Joe Cocker, 

la voce graffiante del rock

 

 Era semplicemente unico, sarà impossibile riempire il vuoto che lascia nei nostri cuori".

 Cocker era nato a Sheffield come John Robert Cocker il 20 maggio 1944 e lì aveva cominciato la sua carriera. Presto, a 15 anni con il nome di Vance Arnold era diventato un membro degli Avengers, poi dei Big Blues nel 1963, e infine della Grease Band, tre anni dopo nel 1966. Anni d'oro. I Beatles erano ovunque e cambiavano la percezione della musica. Il suo primo singolo su una loro cover, 'I'll Cry Instead', dall'album 'A Hard Day's Night'. Ma fu la sua apparzione a Woodstock a consacarlo. Joe Cocker uscì all'inzio, il suo fu il terzo pezzo del concerto cominciato alle 17.07 di venerdì15 agosto 1969, e cantò 'With a Little Help from My Friends', un'altra cover beatlesiana stavolta dall'album 'Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band'. Poco prima l'aveva registrata con Jimmy Page alla chitarra solista ed era diventata prima nelle classifiche inglesi per una settimana nel novembre 1968.

Era la voce roca del rock. L'intensità fisica del rock. Nel 1969, quando apparce all'Ed Sullivan Show, la mostrò a tutti, e così a Woodstock. Mentre il suo successo in Gran Bretagna diminuiva, entrò nel cuore degli Stati Uniti con 'Cry Me a River' e 'Feelin' Alright'. Nel 1970, la sua versione live di 'The Letter dei Box Tops', nell'album dal vivo 'Mad Dogs & Englishmen', raggiunse la Top Ten USA. Negli Usa fu amato a prima vista. La sua interpretazione fu spesso presa in giro da John Belushi e al Saturday Night Live ci fu anche un duetto improvvisato tra di loro, in una puntata in cui Cocker era ospite.

Poi furono anni bui. Di alcol e droghe. E le sue movenze si persero in più sparse apparizioni, finché negli anni Ottanta tornò alla ribalta grazie al duetto con Jennifer Warnes, 'Up where we belong' per la colonna sonora del film del 1982 'Ufficiale e gentiluomo'. ll singolo, pubblicato dalla Island Records nel 1982 arrivò alla prima posizione della classifica statunitense Billboard Hot 100 il 6 novembre 1982 e ci rimase per tre settimane. Vinse il Golden Globe come 'miglior canzone originale' e l'Oscar per la migliore canzone nel 1983. Joe Cocker e la Warnes vinsero anche il Grammy Award come "miglior performance di un duo o gruppo" nel 1983, per la loro interpretazione del brano. Ironicamente, il produttore Don Simpson avrebbe voluto togliere 'Up Where We Belong' dal film perché considerava la canzone non destinata ad avere successo.

Ma Cocker in quegli anni era baciato dal sole. Famosissime anche 'You can leave your hat on', che accompagnava lo spogliarello di Kim Basinger in 'Nove settimane e mezzo', e 'What are you doing with a fool like a me'. Lo scorso anno il suo tour fece registrare un grandissimo successo in tutta europa. Il suo ultimo concerto è stato a Londra, nel quartiere di Hammersmith, a Giugno.

Da: La Repubblica.

venerdì 19 dicembre 2014

Gino Scalise


NON CONOSCO ALTRA FESTA

Non conosco altra festa
che non sia... tripudio mattutino d'uccelli,
volo di rondinelle
nel rifiorire della primavera!
Che non sia fuggevole, placido gioco d'onda
ch'estatico rimiro dalla deserta sponda.
Che non sia aroma di rosa
sveller di ciclamino
dalla scarpata odorosa,
o che non sia
il debole innocente sorriso d'un bambino,
il cuore e l'occhio, puri,
del caro adolescente !
Non conosco altra festa
se non l'amor che dona,
ch'assiste chi soffre,
aiuta il povero
senz'ombra di rimprovero;
ch'attende anzi perdono
per l'aiuto da niente !
Non conosco altra festa
che 'l canto dell'anima, la sera,
quando rivive la sua primavera.
Il resto, diciamolo, (suvvia !), è vuoto chiasso,
annuncio di tempesta,

d'insopportabile monotonia.

Gino Scalise 


Sabato 20 dicembre 2014  alle ore 17:30  nella sala consiliare del comune di Scandale 
"Ricordando la figura di Gino SCALISE"

lunedì 8 dicembre 2014

Musica e Cultura in libreria

Bene. Non prendete impegni per lunedi' 29 dicembre.Sarà un fine anno con un concerto strepitoso.
Elisa Brown acoustic trio.
La fantastica voce di Elisa Brown accompagnata dalla magica chitarra di Roy Panebianco e dall incredibile Groove del basso di Alessio Iorio, sono gli ingredienti di una serata acustica soul /blues da non perdere.
Da Bb King a Janis Joplin, da Aretha Franklin ad Etta James.Per ripercorrere la storia della Black Music con tre artisti ormai consolidati nel panorama musicale calabrese.

sabato 29 novembre 2014

L’Ungheria caccia i massoni dalla nazione e ora è sovrana! Emette moneta senza debito.





L’Ungheria fa boom,caccia i massoni del FMI e banksters dalla nazione ed ora emette moneta senza debito,è SOVRANA DI SE STESSA,Li non comanda la sinistra…
Dopo che è stato ordinato  all’FMI di abbandonare il paese, la nazione adesso stampa moneta senza debito. L’Ungheria sta facendo la storia.
Teniamo a precisare che l’ UE si permette ancora di calcolare il debito ungherese anche se ora la nazione è sovrana fuori dal FMI e da tutti i vincoli europei debito pubblico compreso,considerandolo il più alto d’Europa,semplicemente perchè l’ Ungheria non fa nulla per ridurlo,non da un soldo all FMI,banche e UE perchè pensa ai cittadini,e quindi il “debito fantasma” cresce,ma nulla possono contro una nazione che li ha rifiutati a priori,possono solo conquistarla militarmente violando i trattati internazionali.
Quindi anche se rifiuti l’Europa lei ti costringe comunque a pagare……gli italiani ci cascano, gli ungheresi, svizzeri, islandesi, inglesi, no….
Mai più dagli anni ’30 con il caso della Germania un paese europeo aveva osato sfuggire alle grinfie dei cartelli bancari internazionali controllati dai Rothschilds. Questa è una notizia stupenda che dovrebbe incoraggiare i patrioti nazionalisti del mondo intero ad intensificare la lotta per la libertà dalla dittatura finanziaria. Già nel 2011 il primo ministro ungherese,  Viktor Orbán promise di ristabilire la giustizia sui predecessori socialisti che avevano venduto il popolo della nazione alla schiavità di un debito infinito con i vincoli del FMI (IMF) e lo stato terrorista d’Israele. Queste amministrazioni precedenti erano infiltrate da israeliani nelle alte cariche, in mezzo al furore delle masse che alla fine, in reazione, hanno votato il partito  Fidesz di Orban.
Secondo una relazione sui siti germanofoni  del “National Journal”, Orbán si è accinto a scalzare gli usurai dal trono. Il popolare e nazionalista primo ministro ha detto all’FMI che l’Ungheria non vuole né richiede “assistenza” ulteriore dal delegato della Federal Reserve di proprietà dei Rothschild. Gli ungheresi non saranno più costretti a pagare esosi interessi a banche centrali private e irresponsabili.
Anzi, il governo ungherese ha assunto la sovranità sulla sua moneta e adesso emana moneta senza debito e tanta quanto ne ha bisogno. I risultati sono stati nientemeno che eccezionali. L’economia nazionale, che vacillava per via di un pesante debito, ha ricuperato rapidamente e con strumenti inediti dalla Germania nazionalsocialista. Il ministro per l’Economia ungherese ha annunciato che grazie a “una politica di bilancio disciplinato” ha ripagato il 12 agosto 2013 il saldo dei 2,2 bilioni di debito all’FMI, prima della scadenza ufficiale del marzo 2014. Orbàn ha dichiarato: “L’Ungheria gode della fiducia degli investitori” che non vuol dire né l’FMI né la Fed o altri tentacoli dell’impero finanziario dei Rothschild. Piuttosto si riferiva agli investitori che producono in Ungheria per gli ungheresi, creando crescita economica vera, e non già la “crescita di carta” dei pirati plutocratici, bensì quel tipo di produzione che assume realmente le persone e ne migliora la vita.
Con l’Ungheria libera dalla gabbia della servitù agli schiavisti del debito non c’è da meravigliarsi che il presidente della banca centrale ungherese gestita dal governo per il bene pubblico e non per l’arricchimento privato abbia chiesto all’FMI di chiudere i battenti da uno dei paesi più antichi d’Europa. Inoltre, il procuratore generale, ripetendo le gesta dell’Islanda, ha accusato i tre precedenti primi ministri del debito criminale in cui hanno precipitato la nazione.
L’unico passo che rimane da fare per distruggere completamente il potere dei bancksters in Ungheria, è di attuare un sistema di baratto per lo scambio con l’estero come esisteva in Germania con i nazional socialisti e come esiste oggi in Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i cosiddetti  BRICS, una coalizione economica internazionale. E se gli USA seguissero la guida dell’Ungheria, gli americani potrebbero liberarsi dalla tirannia degli usurai e sperare in un ritorno a una pacifica prosperità.
Fonte : http://americanfreepress.net/?p=12418#sthash.xQO6HWUr.ajIN2p9j.dpuf

sabato 15 novembre 2014

Steve Winwod - Non posso trovare la via di casa

 

Can’t find my way home


Come down off your throne and leave your body alone.
Somebody must change.
You are the reason I've been waiting so long.
Somebody holds the key.

But I'm near the end and I just ain't got the time
And I'm wasted and I can't find my way home.

Come down on your own and leave your body alone.
Somebody must change.
You are the reason I've been waiting all these years.
Somebody holds the key.

Chorus

But I can't find my way home.
But I can't find my way home.
But I can't find my way home.
But I can't find my way home.
Still I can't find my way home,
And I ain't done nothing wrong,
But I can't find my way home

Non posso trovare la via di casa

Scendi dal tuo trono
e lascia il tuo corpo solo
Qualcuno deve cambiare
Tu sei la ragione
per cui ho aspettato così a lungo
Qualcuno possiede la chiave
Ma io sono quasi alla fine
e io non ho il tempo, no
Beh, io sono distrutto e
non riesco a trovare la via di casa
Scendi da solo
E lascia i tuoi soldi a casa
Qualcuno deve cambiare
Tu sei la ragione
Per cui ho aspettato tanti anni
Qualcuno ha la chiave
Ma io sono quasi alla fine
e io non ho il tempo, no
Signore, io sono distrutto e
non riesco a trovare la via di casa
Oh, whoa…
non riesco a trovare la via di casa
ma non riesco a trovare la via di casa
Scendi dal tuo trono
e lascia il tuo corpo solo
Qualcuno deve cambiare
Tu sei la ragione
per cui ho aspettato così a lungo
Qualcuno possiede la chiave
Ma io sono quasi alla fine
e io non ho il tempo, no
Signore, io sono distrutto e
non riesco a trovare la via di casa
Ed io non riesco a trovare la via di casa
non riesco a trovare la via di casa
non riesco a trovare la via di casa
Ooh-ooh-ooh-ooh…
non riesco a trovare la via di casa
ma non riesco a trovare la via di casa
e non riesco a trovare la via di casa
E non riesco a trovare la via di casa



domenica 19 ottobre 2014

FEDEZ - GENERAZIONE BOH (OFFICIAL VIDEO)





GENERAZIONE BHO


Un italiano su tre vive a casa dei genitori

Il problema è che gli altri due sono i genitori

Con il mano il testamento tipo “nonno quando muori”

Ti trovi a 40 anni a dire “mamma dormo fuori”

È noto che l’italico soffre stress post traumatico da

Cellulare scarico

Tipo che l’iphone smette di scrivere e tu smetti di vivere

Pazzo per gli autoscatti? Sei fotosensibile

Su facebook si è iscritta metà popolazione

L’altra metà ha ancora dei problemi con il modem

I suicidi ormai non fanno più tanto rumore


In tuo onore ci sarà un minuto di silenziatore

Il mio paese chiama Facchinetti figlio d’arte

Come andare da Mcdonald e dire vado a ristorante

Un vecchio è un pericolo se guida la Mercedes

Figuriamoci quand’è alla guida di un paese


Generazione televoto coi cervelli sotto vuoto

sempre più risucchiati tele-vuoto

Generazione beat?

Generazione pop?

No! Rigenerazione

Generazione bho


I don’t know (bho), I don’t know (bho) …


C’è ancora chi crede in un posto migliore per questo si fa

Le valige e si parte

C’è ancora chi crede in un mondo migliore per questo

Mandiamo le sonde su marte

l’Italia è a forma di stivale per questo prendiamo calci in

culo dalla sera al mattino

ma in fondo se ci pensi ci è andata pure bene pensa se era a

forma di preservativo

ricariche dello stato

con le tasse che ho pagato compravo mezzo senato

“come si chiama la carica da parte dei poliziotti sui

Manifestanti?” cariche dello stato


Rinuncia alla casa e alla villa con vista

Un italiano su 3 rinuncia anche al dentista

Viviamo in condizioni pre-carie

Che molto presto diventeranno carie


I don’t know (bho), I don’t know (bho) …


Non ci fermiamo alle precedenze, ma ci fermiamo alle

Apparenze; abbiamo più punti interrogativi che punti di

Riferimento. Guardiamo tutti le stesse cose, indossiamo gli

Stessi vestiti, mettiamo le stesse scarpe: siamo specchi che

Non riflettono. Prigionieri del presente in un paese senza

Futuro. O reagiamo o ci ritroveremo a cucire l’orlo del

baratro. E a quel punto i rimorsi, faranno più male dei

morsi.


I don’t know (bho), I don’t know (bho) …

lunedì 29 settembre 2014

Fiorella Mannoia - Le parole perdute


Le parole perdute
Le parole perdute
nascoste in fondo al cuore aspettano in silenzio 
un giorno migliore un lampo di coraggio 
per tornare in superficie un tempo felice.

Ritrovare te stesso senza avere vergogna di ogni tuo sentimento
in questa grande menzogna
dell’uomo reso libero ma schiavo del profitto
e intanto il tempo passa passa.
Amami amore mio
sono parole semplici, 
amami amore mio
noi resteremo complici, 
amami amore mio
che il tempo torna in fretta,
stringimi amore mio
tienimi stretta.
E i sogni si allontanano ce li portano via
i sogni si allontanano 
ce li portano via.
Stringimi amore mio che siamo ancora in tempo
amami amore mio
che siamo ancora in tempo
noi siamo ancora in tempo.
Le parole perdute hanno camminato tanto
oltre le apparenze in eterno movimento
tra quello che vorremmo
e quello che dobbiamo
con l’anima in conflitto
per quello che non siamo.
Le parole vissute
le ritrovi nelle strade aspettano il silenzio
le belle giornate
un lampo di coraggio  per tornare in superficie
un tempo felice
un tempo felice.
Amami amore mio
sono parole semplici
Amami amore mio
che il tempo torna in fretta
stringimi amore mio,
tienimi stretta.
E i sogni si allontanano
ce li portano via.
Stringimi amore mio 
che siamo ancora in tempo amami amore mio
noi siamo ancora in tempo.
Stringimi amore mio
ritornerà l’aurora
Un tempo felice

ritornerà l’aurora

martedì 23 settembre 2014

Regno delle due Sicilie di Luciano De Crescenzo


Napoli? forse non tutti sanno cos'era la sua storia :

1735. Prima Cattedra di Astronomia in Italia
1737. Primo Teatro al mondo (S.Carlo di Napoli)
1754. Prima Cattedra di Economia al mondo
1763. Primo Cimitero Italiano per poveri (Cimitero delle 366 fosse)
1781. Primo Codice Marittimo del mondo
1782. Primo intervento in Italia di Profilassi Antitubercolare
1783. Primo Cimitero in Europa per tutte le classi sociali (Palermo)
1792. Primo Atlante Marittimo nel mondo (Atlante Due Sicilie)
1801. Primo Museo Mineralogico del mondo
1807. Primo Orto Botanico in Italia a Napoli
1813. Primo Ospedale Psichiatrico in Italia (Reale Morotrofio di Aversa)
1818. Prima nave a vapore nel mediterraneo "Ferdinando I"
1819. Primo Osservatorio Astronomico in Italia a Capodimonte
1832. Primo Ponte sospeso, in ferro, in Europa sul fiume Garigliano
1833. Prima Nave da crociera in Europa "Francesco I"
1835. Primo istituto Italiano per sordomuti
1836. Prima Compagnia di Navigazione a vapore nel mediterraneo
1839. Prima Ferrovia Italiana, tratto Napoli-Portici
1840. Prima fabbrica metalmeccanica d' Italia per numero di operai
1841. Primo Centro Sismologico in Italia (Ercolano)
1841. Primo sistema a fari lenticolari a luce costante in Italia
1843. Prima Nave da guerra a vapore d' Italia "Ercole"
1845. Primo Osservatorio meteorologico d'Italia
1845. Prima Locomotiva a vapore costruita in Italia a Pietrarsa
1852. Primo Bacino di Carenaggio in muratura in Italia (Napoli)
1852. Primo Telegrafo Elettrico in Italia
1856. Expò di Parigi, terzo paese al mondo per sviluppo industriale
1856. Primo Premio Internazionale per la produzione di Pasta
1856. Primo Premio Internazionale per la lavorazione di coralli
1860. Prima Flotta Mercantile e Militare d'Italia
1860. Prima Nave ad elica in Italia "Monarca"
1860. Prima città d'Italia per numero di Teatri (Napoli)
1860. Prima città d'Italia per numero di Tipografie (Napoli)
1860. Prima città d'Italia per di Pubblicazioni di Giornali (Napoli)
1860. Primo Corpo dei Pompieri d'Italia
1860. Prima città d'Italia per numero di Conservatori Musicali (Napoli)
1860. Primo Stato Italiano per ricchezza di Lire-oro (443 milioni)
1860. La più alta quotazione di rendita dei Titoli di Stato
1860. La più bassa percentuale di mortalità infantile d'Italia
1860. La più alta percentuale di medici per abitanti in Italia
1860. Il minore carico Tributario Erariale in Europa


Dalla pagina facebook di Luciano de Crescenzo

domenica 21 settembre 2014

Invito a conoscere Manlio Sgalambro

                                                         (invito al viaggio)

Manlio Sgalambro nasce a Lentini (Siracusa), il 9 dicembre del 1924. Filosofo e autore italiano molto apprezzato anche all'estero, punto di riferimento per anni della nota casa editrice Adelphi, dal 1994, dopo l'incontro con Franco Battiato, si è affacciato con ottimi riscontri anche nel mondo della musica, scrivendo e componendo per il famoso cantautore oltre che per altri artisti importanti del panorama nazionale. Il risultato di questa apertura al mondo canoro è un disco interamente a suo nome.

Tra i suoi interessi c'è sin dalla giovane età quello per la scienza filosofica. L'amore per i testi di Hegel e Heidegger sboccia subito e si mescola ad altre letture filosofiche, che il giovane Manlio coltiva nel periodo scolastico, per poi incrementarlo durante gli anni universitari.
                                                                (l'appartenenza)

La matematica è il tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con cui si indica lo scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine, già il termine ha qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le forze dell'ordine cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è impotente davanti all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani dell'individuo, in un gesto solo, miliardi di marchi, lasciandolo più miserabile di prima, dimostra punto per punto che il denaro è un'allucinazione collettiva »
(M. Sgalambro, La morte del sole,)

giovedì 18 settembre 2014

Briganti


Briganti
Non aspettarmi sveglia, non so se tornerò,
ho imparato, madre, finalmente a dire NO.
Stanno arrivando ormai e ci portano l’Italia,
ce la ficcheranno in gola come fosse una pastiglia.
Non aspettarmi, amore, la vita è troppo corta,
serra forte gli occhi sotto questa coperta.
Stanno arrivando e se ti prendono lo so,
morta e nuda in piazza un giorno ti ritroverò.
Conto i passi e nel cuore non sento più paura,
ti bacio così forte quasi mi sembri vera,
stringo in pugno una terra che mi è stata rubata
polvere di un’Italia sedotta e abbandonata….
Aspettami, domani io ritornerò vincente,
ritroverò il mio sud e tutta la sua gente.
Aspettami, amore, e suona la tammorra,
ci vengono a salvare e ci portano la guerra.
Non aspettarmi, fratello, col mio cuore in mano,
lo vedi sto morendo, però sono sereno.
Sta arrivando un vento nuovo a scrivere la storia,
un canto in dialetto a riportare la memoria!
Conto i passi e nel cuore non sento più paura,
ti bacio così forte quasi mi sembri vera,
stringo in pugno una terra che mi è stata rubata
polvere di un’Italia sedotta e abbandonata…
Francesca Antudo Amato

mercoledì 10 settembre 2014

‘La Sila suona Bee’, a Camigliatello Vinicio Capossela in concerto

Sulle vette del Monte Curcio il 21 settembre interventi e spettacoli musicali

 Camigliatello 
Domenica 21 Settembre, in una sola giornata, musica di qualità e riscoperta del teritorio. Lo scenario è magico: Monte Curcio (1788 metri s.l.m), vetta che domina il villaggio di Camigliatello, incastonato come punta di diamante all’interno del massiccio silano. Si parte alle ore 12.30 con interventi e spettacoli musicali e si prosegue fino alle 14.30 con live acustici e degustazioni a cura del G.A.L. Sila Autentica. Alle 15.00 in punto – a tingere di magia le vette del Monte Curcio – sarà Vinicio Capossela con un concerto unico e originale studiato per l’occasione dal titolo “Concerto per il demone Meridiano”. Coniugare sapientemente la valorizzazione dei beni naturali del territorio calabrese attraverso la promozione culturale, è questo l’obiettivo che gli organizzatori della manifestazione si sono posti con questo primo evento. Bee?
Il verso “caprino” che dà il nome alla prima edizione di “La Sila suona Bee”, ideato e diretto da Archimedia Produzioni e PianoB, rappresenta null’altro se non la forte volontà di un ritorno alle radici e all’essenza dei nostri luoghi: il tentativo di rivalutare aree importanti della nostra Regione, utilizzando l’arte e la musica come linguaggio attrattivo, che doni ulteriore profondità e spessore al contesto in itinere. Un modo originale per tenere vive le tradizioni, provare le prelibatezze enogastronomiche tipiche del posto e creare un indotto economico che incrementi il potenziale turistico. Sulle vette del Monte dove si terrà il concerto si arriverà attraverso gli impianti di risalita, godendo di uno scenario davvero unico e suggestivo. Un appuntamento imperdibile dunque, alla scoperta dei paesaggi e dell’autenticità del nostro patrimonio naturale attraverso il potere comunicativo della musica. Nei prossimi giorni si terrà una conferenza stampa per presentare in dettaglio il programma della manifestazione, prodotto finale di un’attenta ed importante sinergia tra l’organizzazione e gli enti pubblici partecipanti.

Da: Il Cirotano

lunedì 1 settembre 2014

LA VARIA DI PALMI

 
Resiste tenacemente a Palmi l’unica macchina processionale a spalla d’Italia ad essere popolata da persone nel ruolo di figuranti e che in occasione dell’ottava sessione del Comitato intergovernativo dell’Unesco  nel dicembre del 2013 è stata inserita nella lista dei beni immateriali patrimonio dell’umanità.
 
 
                                                            (Bunarma - vuliri vulari)

Fede e tradizione, devozione e storia secolare tornano protagoniste a Palmi dove fervono i preparativi  del comitato della Madonna della Sacra Lettera e della Varia  e della cittadinanza per la processione di domenica , la prima dopo la conquista del brand Unesco. Calato il cippo, costruita dagli artigiani locali la maestosa macchina processionale della Varia, portati in processione la reliquia del Sacro Capello ed il quadro della Madonna della Lettera seguiti dal Palio e dalla sfilata dei Giganti, eletti l’Animella ed il Padreterno, domenica  per le vie di Palmi, in una cornice di fedeli e di gonfaloni, e avanzata  nuovamente una ondeggiante nuvola a forma conica sorretta da una struttura metallica, ad incarnare l’Assunzione della Madonna al Cielo, su un carro sacro alto 16 metri con la base alta 2,25 metri e larga 2,34 metri- detta Ccippu - in legno di quercia, trainato attraverso due corde lunghe 150 metri, da duecento “’mbuttaturi” (trascinatori o spingitori della Varia) rappresentanti le cinque antiche corporazioni – Marinai, Carrettieri, Bovari, Contadini e Artigiani.

Sul “Ccippu” si trovano i 12 apostoli, ai lati della nuvola di forma conica sono posizionati gli angioletti (bambine di età compresa tra i sette e gli 11 anni) a vegliare sulle Sacre Spoglie di Maria Ascesa al Cielo, in alto alla Varia un giovane forte e coraggioso che incarna il Padreterno ed in cima una bambina detta “Animella” (“Animedda”), di età compresa tra i 10 ed i 12 anni individuata con votazione popolare che incarna la Vergine Assunta in Cielo.

domenica 31 agosto 2014

A proposito di Fico d'india........




 

......E noi qui a menar il can per l'aia!!!!

Si era partiti per far conoscere le potenzialità di questo frutto e le possibilità imprenditoriali ad esso legate; siamo arrivati a cancellare, per futili motivi, addirittura la sagra, oramai diventata appuntamento decennale per l'intero territorio del Crotonese. Ci auguriamo che questa sia una brevissima pausa e che da qui si possa far ripartire l'evento al più presto, con una nuova veste ed un maggiore entusiasmo condiviso.

lunedì 25 agosto 2014

MANNARINO - AL MONTE .



Alessandro Mannarino è la voce della vecchia borgata romana ormai estinta, di quella dell’Accattone pasoliniano e dei bagni nel Tevere. Rozza, sporca e poco educata, in cui la spontaneità delle parole vince sui virtuosismi e le ricercatezze musicali da metropoli. Al monte è un album interessante ma, soprattutto, un cammino difficoltoso che non sai come affrontare. I nove brani di cui si compone appaiono come un punto di collegamento fra i lavori che lo hanno preceduto, rendendo chiara la presenza di un percorso artistico del cantautore romano. C’è la componente più movimentata e spensierata (Malamor, L’impero) e quella più raccontata, in cui la musica serve a giustificare la sua presenza su cd piuttosto che su un libro di letteratura. È uno spettacolo complicato, dalle numerose variabili, in cui gli spettatori non sanno se stare seduti o in piedi, se sentirsi davanti a un falò sulla spiaggia o in una taverna a sentire un cantastorie. Dimensione paradossale e incerta che rischia di danneggiare tutto il lavoro che Mannarino ha realizzato.
Al monte è un disco che presuppone qualcos’altro ma di cui non se ne trova traccia. Sono soltanto nove i brani di cui si compone, assorto da un gusto minimale che cozza con quell’idea della borgata, da sempre abbondante, spontanea e lontana da macchinazioni discografiche. Quello che ne esce fuori ha un sapore amaro e diverso da quel Mannarino a cui perdonavamo i giri di chitarra semplici perché, nel suo stile, tutto si compensava e si univa in maniera poetica. Al monte, invece, non soltanto per la sua brevità, appare come un disco dettato dalla necessità di produrre qualcosa, scimmiottando il repertorio passato e senza portare qualcosa di deciso, che non ha a che fare con lo stile a cui ci eravamo affezionati.
Quello appena detto, però, non deve oscurare un aspetto che giustifica, in parte, l’intero lavoro e le scelte che sono state fatte. Il Mannarino di Al monte è più oscuro, serio e disincantato. Riesce, in qualche modo, a restituire una certa importanza al duro cammino in salita che stiamo attraversando, quello che serve per uscire dal bosco e raggiungere la vetta, di nuovo: «Mi riduco come un animale / per non pensare / dove va a finire / il profumo delle stelle / che da qui non si sente» dicono Le stelle, capitolo conclusivo di questo album. C’è questo disincanto, sempre un po’ romantico, di un ragazzo che guarda alla luna con speranza, in un ambiente colorato e piacevolmente gipsy, che però non porta da nessuna parte. Come se Mannarino, a differenza di altri, di quelli che cantano la crisi con tristezza o speranze di uscirne, stia cercando la sua dimensione accettando il momento che vive, in quel modo tipicamente nostrano e da tempi passati, di godersi quello che passa e dargli una forma di poesia e, quindi, di importanza. Perché in ogni caso è un momento che si è vissuto e che ci resta, volenti o nolenti, attaccato addosso. Perché un monte è un po’ una vita e, ognuno, deve scalare la propria.

Prossime date :

26 agosto a TAORMINA – ME (Teatro Greco Romano); 
05 settembre MODENA  Spazio concerti arena;
11 settembre a ROMA (Foro Italico – Il Centrale Live); 
13 settembre a NAPOLI (Arenile).

lunedì 18 agosto 2014

The Cranberries - Zombie


Ancora giorni di guerra.......ancora dolore....





Another head hangs slowly
Child is lowly taken
And the violence caused such silence
Who are we mistaken
But you see it's not me
It's not my family

In your head, in your head they are fighting
With their tanks and their bombs  
And their bombs and their gungs
In your head, in your head they are crying
In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie
What's in your head, in your head?
Zombie, zombie, zombie

Another mother's breaking
Child is taken over
When violence causes silence
We must be mistaken
It's the same old theme since 1916

In your head, in your head they're still fighting
With theyr tanks and their bombs
And their bombs and their gungs
In your head, in your head they are dying
Un'altra testa cade lentamente
Un bambino è preso umilmente
E la violenza causa un tale silenzio
Con chi stiamo sbagliando
Ma tu vedi: non sono io
Non è la mia famiglia

Nella tua testa, nella tua testa, stanno combattendo
Con i loro carri armati e le loro bombe
E le loro bombe e le loro pistole
Nella tua testa stanno piangendo
Nella tua testa, nella tua testa
Zombi, zombi, zombi
Cosa c'è nella tua testa, nella tua testa?
Zombi, zombi, zombi

Un'altra madre è stata colpita dalla tragedia:
Un figlio è sopraffatto
Quando la violenza causa silenzio
Stiamo sbagliando per forza
È la stessa vecchia storia fin dal 1916

Nella tua testa, nella tua testa combattono ancora
Con i loro carri armati, e le loro bombe
E le loro bombe e le loro pistole
Nella tua testa, nella tua testa giacciono

domenica 17 agosto 2014

Martha Medeiros

Scritta originariamente da Martha Medeiros, erroneamente attribuita a Pablo Neruda.

Qui sotto l'originale

A morte devagar (Lentamente muore)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,chi non rischia,chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!
 
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
chi rinuncia ad inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
 
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia e pace in se stesso.
 
Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.
 
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
 
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare!
 
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di
una splendida felicità
(Martha Medeiros)