giovedì 21 gennaio 2016

SENZA LUCIO





Il 1° marzo 2012 Lucio Dalla se ne andava. Marco Alemanno, la persona a lui più vicina 

negli ultimi anni, ripercorre il loro incontro e la vita del cantautore, da Bologna, alle Tremiti, 

all’Etna, coadiuvato da critici musicali (Ernesto Assante, Gino Castaldo), artisti (Luigi 

Ontani, Mimmo Paladino), musicisti (i Marta sui tubi, Paolo Nutini, Charles Aznavour), attori, 

registi, amici (Piera Degli Esposti, Isabella Rossellini, Renzo Arbore, Paolo Taviani, John 

Turturro) e gente comune.

Il documentario, intitolato "Senza Lucio", diretto da Mario Sesti e presentato con successo all’ultimo festival di Torino, nel quale il regista prova a raccontare un’assenza, quella di uno dei più grandi cantautori e artisti italiani, Lucio Dalla, scomparso all’improvviso il 1° marzo di tre anni fa.
Il titolo innanzitutto: "Senza Lucio", quasi a volersi scusare di un’assenza che è centrale in tutto il racconto. Dalla non c’è, ma la sua presenza è costante, non solo nei racconti dei molti che l’hanno conosciuto, ma soprattutto come essenza, come “anima” del film stesso. Sesti ha provato a raccontare il vuoto lasciato da Lucio Dalla, non a fornire una semplice memoria della sua esistenza in vita. Il documentario, quindi, gioca fra rimandi, immagini, squarci, svolte, angoli dietro i quali ci si aspetta, prima o poi, di vedere Dalla, perché tra le parole di Marco Alemanno, appassionato narratore, e quelle di chi lo ha conosciuto ed amato, e le immagini dei luoghi in cui ha vissuto, le foto in cui è ritratto, c’è più verità che in tanti volumi a lui dedicati.
Non c’è la biografia di Dalla, non ci sono le sue più celebri canzoni, non c’è il tradizionale ritratto. No, il film prova, con il contributo di Alemanno, ad andare oltre la cine-biografia, offrendo a chi ha amato le sue canzoni una chiave per capirle meglio, per ascoltarle in un altro modo. Lasciando parlare chi oggi vive “senza Lucio”, chi lo ha frequentato ed apprezzato, chi la lavorato con lui e gli è diventato amico.
C’è chi l’ha conosciuto da giovanissimo, come Piera Degli Esposti e Renzo Arbore; c’è chi ha collaborato a lungo con Dalla, come Beppe D’Onghia e Michele Mondella o come Paola Pallottino che ha scritto con lui 4/3/1943. Ci sono magnifiche testimonianze internazionali, da John Turturro a Kerry Kennedy, fino a Charles Aznavour e Paolo Nutini; e teologi come Enzo Bianchi, artisti come Mimmo Palladino e Luigi Ontani, attori e autori di cinema e teatro, come Isabella Rossellini, Paolo Taviani, Peppe e Toni Servillo; musicisti come Stefano Di Battista e i Marta Sui Tubi, che hanno appena fatto in tempo a sognare di lavorare con lui.
Ma il film (prodotto da Erma Production e distribuito da IWonder in un numero di sale, 137, che per un documentario è un vero record), è fatto soprattutto dei mille ricordi di Marco Alemanno, che si incrociano con i sapori e i colori della Sicilia, di Bologna, della Puglia, delle Tremiti, in un racconto romantico e lieve, profondo e ricco, malinconico. "Senza Lucio" è il ritratto di un artista che non solo ha scritto alcune delle più belle canzoni italiane, ma ha anche segnato con la sua musica la cultura e l’immaginario italiano in maniera indelebile. 








venerdì 1 gennaio 2016

Buon Anno!! dedicato ai folli che vogliono cambiare il mondo




"A tutti i folli.
I solitari.
I ribelli.

Gli anticonformisti.
Quelli che non si adattano.
Quelli che non ci stanno.
Quelli che sembrano sempre fuori luogo.
Quelli che vedono le cose in modo differente.
Quelli che non si adattano alle regole. E non hanno rispetto per lo status quo.
Potete essere d’accordo con loro o non essere d’accordo.
Li potete glorificare o diffamare.
L’unica cosa che non potete fare è ignorarli.
Perché cambiano le cose.
Spingono la razza umana in avanti.
E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni.
Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero."