martedì 24 maggio 2016

Siamo stati liberati o condannati ?

ALLEATI DI MAFIA DAL 1943… CONTRO L’ITALIA



invasione della Sicilia - foto Robert Capa




di Gianni Lannes



Democrazia inquinata alle radici. Fa niente se i professionisti dell’antimafia perderanno la loro attività ben remunerata di sproloquio a reti unificate che perdura da decenni. La verità sul destino di asservimento di un popolo e di un Paese è sempre sconvolgente, soprattutto quando non è riportata dai libri di scuola ed è imposta da stranieri in armi. In particolare quando si tratta della tua gente che sopravvive eterodiretta da tanto, troppo, e non osa alzare la testa, ma dovrebbe a buon diritto. 

Se avessimo a disposizione una macchina del tempo, sarebbe doveroso tornare all’estate del 1943, ed approdare su una grande isola italiana, per provare a chiarire qualche mistero odierno (alla voce connivenza istituzionale e complicità) sull’occupazione straniera del nostro Paese.

Quali oscure operazioni di spionaggio si celavano dietro lo sbarco anglo-americano in Sicilia del '43? Per invadere la Sicilia, gli anglo-americani, scesero a patti con Cosa Nostra. Parentesi: come ai tempi ingloriosi dello sbarco dei Mille, finanziato e protetto dalla massoneria anglosassone in accordo con la mafia dell’epoca. In tempi più recenti la conquista dell’isola fu sostenuta dalla collaborazione della mafia con i servizi segreti nordamericani. Chi furono i protagonisti di questo accordo sotto banco? Chi erano le spie sbarcate con le truppe del generale Patton? E perché migliaia di soldati italiani si arresero già al primo giorno dell’invasione, due mesi prima dell’8 settembre?

I retroscena vanno dall’accordo tra intelligence di Washington ed il boss mafioso Lucky Luciano per liberare il porto di New York dalle spie naziste e fornire notizie sulla Sicilia, al Piano Corvo, la pianificazione “politica” dello sbarco; dagli inquietanti ritratti dei mafiosi italo-americani e siciliani che popolavano la scena del crimine durante la seconda guerra mondiale, agli uomini del Naval intelligence e dell’OSS e le loro operazioni segrete in Trinacria; dall’insediamento del governo militare alleato alla riorganizzazione della mafia, alla delega dei poteri ai boss locali.

Grazie al gangster Lucky Luciano lo Zio Sam si assicurò il via libera all'operazione Avalanche, una delle tre con cui invasero l'Italia, concedendo in cambio che la mafia ritornasse a governare indisturbata il territorio siciliano, e da lì estendesse i suoi tentacoli al resto d’Europa e del mondo.

I militari U.S.A. erano giunti in Sicilia il 10 luglio 1943, ma già sapevano che si trattava di un luogo speciale. C’è un rapporto del capitano W.E. Scotten consegnato 70 anni fa al generale Usa Julius Holmes: un documento intitolato Memorandum sul problema della mafia in Sicilia. Il documento porta la data del 29 ottobre 1943 - sei pagine custodite nei National Archives di Londra - c´è la prova di un accordo cercato dagli agenti segreti statunitensi e britannici con la mafia siciliana. Uno dei primi, uno dei tanti.
È un documento in cui si ritrovano le tracce di un negoziato fra gli apparati di sicurezza e le "famiglie", sicuramente la genesi di un patto che porterà in Italia - anno dopo anno e strage dopo strage - all´abitudine "trattativista", al dialogo occulto fra poteri politici e poteri criminali. 

Dalla strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947) fino all’eliminazione di Enrico Mattei nel 1962, alla strage di Capaci e via D’Amelio nel 1992; dalle spie inglesi agli uomini dei servizi di sicurezza italiani, un intrigo che affonda le sue radici nei mesi che seguirono l´Operazione Husky, nome in codice dell´invasione alleata dell´isola.

È la storia che si tramuta in cronaca sotto i nostri occhi distratti. Vicende remote che si intrecciano con l´attualità più inquietante, le carte del passato che in qualche modo spiegano un presente nebuloso: lunghe e indisturbate latitanze di capi mafiosi (Riina, Provenzano, eccetera), covi immancabilmente protetti, complicità fra alti funzionari dello Stato, intercessioni di ministri, ufficiali dei carabinieri e assassini, massacri di Cosa Nostra e depistaggi, bombe di mafia e di Stato.

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